Un’altra strada. Ritornare per cambiare. Ritornare cambiando. Che bello, se oggi, tornando a casa dopo la s. messa, cioè dopo aver celebrato il mistero dell’incontro con cristo, con la sua parola, con la sua l’eucarestia, con la sua comunità di noi discepoli, tornando a casa, cambiassimo strada. Cambiassimo sguardo sul mondo.
Se fossimo venuti come i magi, per cercarlo –da oriente– dal lontano delle nostre certezze avremmo dovuto incontrarlo in –un bambino in casa con la sua madre maria-, avremmo dovuto seguire la sua stella e cambiare. Incontrare il bambino, la madre, la casa (l’ambiente di vita) è incontrare di dio nella differente, diversa, divergente opportunità. Un’altra strada. Un’altra storia.
Cosa ci è accaduto di tutto questo? Chi abbiamo cercato, incontrato, seguito? Mi verrebbe da dire, ammetto con un po’ di malignità, abbiamo cercato la s. messa (possibilmente non tanto lontano da casa) all’orario che più si confà alle nostre esigenze o abbiamo cercato il cristo vivente? Abbiamo incontrato la nostra abitudine o la sua novità di vita? Abbiamo seguito il percorso tipico segnato da solchi di ecclesiastico ritualismo o abbiamo seguito la sua stella, un evento oltre le nostre conoscenze ed aspettative, la stella gesù che chiede la sequela illuminando la vita?
Andare a gerusalemme (chiesa) “tradizionalmente, religiosamente” significherebbe andare dove siamo convinti abiti esclusivamente il divino. Invece andare a betlemme significherebbe andare dove dio, ci ha detto nelle scritture, “uscirà il pastore del mio popolo”; significherebbe andare verso la periferia fuori dal tempio; significherebbe andare dove appunto sussiste un’alternativa, dove “accade un altrimenti” (a.savone). Un’altra strada.
Nella benedizione solenne ricevuta all’inizio dell’anno la liturgia così ci ha donato: dio disponga opere e giorni nella sua pace e ascolti qui e in ogni luogo le vostre preghiere. “In ogni luogo” è l’altra strada in cui intraprendere il cammino di sequela. È seguire la stella che va oltre ogni abitudine. Oltre gerusalemme.
Ma tuttavia la storia non vorrebbe che questo avvenisse: tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo pur conoscendo i profeti e le scritture se ne stanno al tempio a dissertare di precetti passati per un presente assente di solidarietà umana verso un improbabile futuro di libertà. Erode se ne sta al palazzo per legiferare sulla morte, invece che custodire e curare la vita. L’altrimenti porterebbe sì lontano interpellando la libera fede libererebbe la speranza per un incontro sempre nuovo: la carità in cristo.
Potrebbe avvenire che come e con erode si vivesse la truffa di un’adorazione quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo; la storia infatti, lo sappiamo, ci ha consegnato un resoconto ben diverso circa quella menzognera adorazione: adorare il bambino si è trasformato in una strage.
“Non è poco quello che faccio per te. Anzi, questa è una delle grazie per le quali tu mi devi di più. Tutto il male del mondo deriva principalmente dal non conoscere la verità della sacra scrittura” scriveva edith stein (s. teresa benedetta della croce). La verità delle scritture, che non appartiene al mondo delle certezze assolutistiche da cui deriva tutto il male del mondo, è comprendere l’inaudito dio che ancora oggi si manifesta -epifania- in un altro da me, per essere tutto il bene, il sommo bene.
Ascoltare betlemme è incominciare un cammino differente di conoscenza: vedere un bambino una madre una casa è ascoltare la presenza di dio nel quotidiano prendendosi cura delle piccole cose. L’altra strada la percorriamo quando vediamo nella tenerezza la potenza di dio.
La scienza dei magi che seguirono la stella si è concretizzata, si è fatta umilmente grande provarono una gioia grandissima, è gioia che si è fatta carne in una visione di un bambino nella tenerezza di una donna che lo tiene a sé. Scienza dell’amore.
Penso che questa anche per noi, amiche ed amici, sia l’altra strada: entrare nel vissuto di ogni domestico quotidiano e vedere dio: la gioia.
Per un’altra strada facciamo ritorno, ci convertiamo al bene.
epifania del signore
dmc 06.01.2021
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore. (Cfr. Mt 2,2)
Alleluia.
Vangelo
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola del Signore