ecco l’agnello di dio!

Ecco “io vado a Dio come il bimbo va da sua madre perché egli colmi e invada tutto e mi prenda in braccio. Bisogna essere semplici così con Dio” (elisabetta della trinità).

Semplici non incapaci. Ingenui non malevoli.

Ecco bisogna essere così semplici per vedere in un uomo un agnello e in un agnello dio. Creativa competenza dei bimbi che vedono il sole nelle nuvole, che vedono l’immenso cielo in un foglio di carta, che vedono il fratellino o la sorellina nel grembo della mamma.

Ecco bisogna essere così semplici per accorgerci che dio sta in mezzo agli uomini e passa in mezzo agli uomini, per vederlo in mezzo alla folla.

Ecco bisogna essere così semplici per seguire il maestro e lasciare per trovare.

Ecco bisogna essere così semplici per chiedere a dio dove dimora, dove ha posto la sua tenda, dove si è accampato, dove si è attendato. Non si è costruito il tempio dio, ma ha eletto la natura umana a suo tabernacolo.

Ecco bisogna essere così semplici come la donna maria, primogenita del “sì”, archetipo dell’esistenziale eccomi e di ogni successivo discepolato.

Ecco bisogna essere così semplici per ricordarsi l’ora in cui si è incontrato il rabbi di galilea, nonostante la congestione di eventi-fatti-parole che il tempo della vita ci inocula. Rabbi di galilea, cioè maestro di vita per la vita (genti) che abita ogni luogo (gelil ha goyim territorio dei pagani) fuori dal sacro recinto.

Ecco bisogna essere così semplici per stare con il maestro rendendosi conto che stando con lui si ha la vita. Pienezza di senso, di relazione, di umanità.

Ecco bisogna essere così semplici perché la grazia plasmi il cuore, cambiando il nome a significare un’identità nuova secondo il progetto di amore, l’unico: essere pietra perché altri possano costruire sopra la loro libera dignità. Questo il progetto di dio: la redenzione da lui operata nel sacrificio della pasqua e da noi, umanità credente il progetto, perennemente riattivata perché la dignità di ogni creatura non sia deturpata.

Cambiare il nome del cuore per imparare la conversione: lo spezzare il pane con altri. Il riassettare le reti perché altri possano ripescare la vita.

Ecco bisogna essere così semplici per scoprire la luce dentro. Quella che illumina ogni uomo.

Costruiamo semplicità.

Buona domenica

domenica II del tempo ordinario – anno B

dmc 17.01.2021

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

“Abbiamo trovato il Messia”: la grazia e la verità vennero per mezzo di lui. (Gv 1,41.17b)

Alleluia.

Vangelo

Videro dove dimorava e rimasero con lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,35-42

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore


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