@solechesorge
…a pensare a due cose: alla risurrezione del Signore; al rapporto che la nostra vita ha con tale fatto, con tale mistero. Sappiamo bene che tutto quanto Gesù Cristo ha compiuto ed ha patito, «acta et passa» , non è circoscritto. alla sua singola vita, ma fa parte d’un disegno divino che comprende anche noi. Egli è il Redentore; vale a dire che tutta la sua opera redentrice riguarda noi uomini; è finalizzata alla nostra salvezza : «propter nos et propter nostram salutem descendit de caelo», così cantiamo nel «Credo»; e siamo soliti a riferire questa sorprendente e consolante verità specialmente alla morte del Signore: è morto per noi, diciamo. Siamo invece meno abituati a considerare la risurrezione del Signore come un fatto a noi relativo; e nella nostra pietà, se non nella nostra dottrina, non diamo alla risurrezione di Cristo l’importanza soteriologica, che le deve essere riconosciuta.
Ricordiamo S. Paolo: «Cristo fu sacrificato per le nostre mancanze, e fu risuscitato a motivo della nostra giustificazione» (Rom. 4, 25). San Tommaso, con la consueta precisione, c’insegna che dalla risurrezione del Signore emana una duplice virtù rigeneratrice, non solo delle anime, ma anche dei corpi, una effettiva, l’altra esemplare (S. Th. III, 56, 2). E cioè: «Gesù Cristo non è venuto sulla terra semplicemente per morire; egli è venuto per unirci a Lui e per associarci al suo trionfo . . . La morte non è che la metà dell’opera redentrice, che reclama la risurrezione come suo complemento necessario . . . Senza la risurrezione la fede non ha il suo vero oggetto; senza la risurrezione il battesimo non ha il suo completo simbolismo» (Prat. II, 252).
Ed ecco il battesimo, che costituisce appunto il primo e fondamentale rapporto vitale e soprannaturale fra la Pasqua del Signore e la Pasqua nostra, fra la sua risurrezione e la nostra. Bisogna ancora ascoltare San Paolo: «. . . quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella morte di lui. Siamo stati infatti sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come fu risuscitato Cristo da morte per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in novità di vita» (Rom. 6, 3-4).
dall’udienza generale di s. Paolo VI 13.04.1966
cfr Mc 9,2-10
trasfigurazione del signore
dmc venerdì 06.08.21