perché non ci seguiva

Faticoso, indubbiamente, lavorare per costruire qualcosa, costruire relazioni e scoprire che poi proprio coloro con i quali hai condiviso, anche i miracoli (!?), non ti seguono. Faticoso e fallimentare. Questa è la sofferenza concreta del portare la croce quotidiana: non un carico di dolori, ma il carico del dolore dell’amore che si frange.

Si fa e si vorrebbe il plauso ed il seguito. Così anche nei “nostri ambienti”, del resto è il racconto evangelico di oggi…

Un’esperienza umana provata anche dai discepoli di Gesù: hai dato e non hai ricevuto. Non sei stato seguito. Non hai trattenuto. La reazione, allora, è impedire all’altro di proseguire il suo cammino di liberazione. Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me. Fallimentare, ma bontà che si diffonde.

E ti diranno che non sei capace: sei un fallimento. Gesù stesso sarà fallimento. Gesù stesso sarà abbondonato. Dai suoi. Perché lo compresero come un fallito, come un pusillanime, come uno che avrebbe voluto fare una rivolta popolare contro il potere romano e locale e che poi tirò indietro la mano. Ma non tirò indietro la sua faccia non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi (Is 50,6). Fallimentare e redentivo al contempo.

Senza sequela creò la fede. Senza sequela ricevette dal Padre e donò al creato la resurrezione. Amore puro.

“Il modo peggiore di negare ad un altro l’esperienza della libertà non è tanto quello di legarlo o di rinchiuderlo – il che sarebbe già molto grave. È piuttosto quello di mentirgli, cioè di negargli la verità, di negargli la capacità di essere un ’tu’ capace di parlare alla persona che io sono veramente.” (Rèmi Brague)

Perché ai discepoli permane la paura dell’altro, dello sconosciuto, del diverso? Pilato, che era pagano ed incarnava la sopraffazione del potere, almeno davanti a Gesù si meravigliò della sua fragilità e della sua solitudine e poi (la tradizione afferma) si convertì. Cessò la sua paura che aveva rivestito di odio. Il centurione, che era pagano ed incarnava la violenza del potere, vedendo morire l’uomo Gesù vide Dio e non ebbe più paura dei condannati. Si convertì.

Questo è lo scandalo, questa è la pietra d’inciampo: saper che il vangelo, se vissuto fino in fondo, cambia i cuori dei nemici. Non ti seguiranno, ma saranno bontà che argina l’odio tra le genti.

Non il proclama della fede, ma il bicchiere d’acqua dato, la mano accarezzante, il piede che corre verso l’altro, l’occhio che vede il cuore dell’altro saranno lo scandalo che cambia il mondo. Convertendo la discarica Geènna in giardino di ricarica. Di vita.

Per tutto questo non c’è bisogno di iscriversi a chissà quale associazione, frateria, consorteria, lo dico a me: c’è bisogno di essere vangelo. Ed è scandalo. Chi può seguire?

domenica XXVI – anno B

dmc 26.09.2021

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità. (cfr. Gv 17,17b.a)

Alleluia.

Vangelo

Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.

Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,38-43.45.47-48

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.

Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

Parola del Signore.


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