la parola di Dio venne

La potenza inerme e creatrice della parola di Dio che venne e viene, quindi sempre è necessario aspettarla, per perennemente rinnovare il concetto e la conoscenza di Dio. Conoscere Dio dalla onnipotenza all’impotenza all’onnidebolezza. Dalle stelle alle stalle, da –in principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1); Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,51)- a – lo depose in una mangiatoia (Lc 2,7)-.

Parola che venne nei luoghi impervi della Giudea, parola che venne (lo vedremo all’Immacolata) nei luoghi sconosciuti dell’impero romano -Nazareth-, parola che venne nell’ombelico desertico della terra (depressione giordanica): parola che viene a rendere solida la salvezza. Conversione in azione. Nel deserto.

Nel deserto, dove l’uomo cerca il suo fine. Nel deserto dove l’essere esodico (S. Fausti) trova il suo fine solo nella prospettiva di futuro. Perdonando il passato aprendosi a cammini permanentemente presenti, l’oggi della fede, per l’oltre dell’infinito amare. Prospettiva di futuro.

Giovanni vive e predica nel deserto, per ribaltare a se stesso e ai cercatori di Dio l’immagine preconcetta ed alterata di Dio. Nel deserto si apriranno le vie nuove (Isaia) per far percorrere cammini di libertà e non saranno (sono) le strade costruite e sbarrate dall’uomo. Ci si fermi nella mente quanto le strade, costruite appunto dalla “civiltà”, siano per la morte invece che per la salvezza. Salvezza che l’umanità in fuga dalla miseria precorre.

È uno sbilanciamento. Nel deserto la vita, nella città degli uomini la morte. Giovanni, annunciatore di buona notizia, evangelizzatore di speranza, indica il Signore che viene a dare e dire “la parola” differente. La potenza di Dio sta nell’accoglienza di questa parola differente in cui l’uomo riconosce la sua vocazione: somigliare a Dio nella misericordia.

“L’uomo è infinitamente superiore all’uomo”, diceva Pascal. L’uomo vale infinitamente più delle sue qualità e dei suoi difetti. L’uomo ha una dimensione spirituale oltre alla sua realtà materiale. Eppure questa dimensione, né quantificabile, né pesabile, né misurabile, è essenziale. È divinizzazione. Nel perdono attraverso la conversione del cuore.

L’impero romano batteva le strade per conquistare. La giustizia di Dio si lascia conquistare dalle vie della salvezza. Le vie dei cuori raddrizzate dal perdono.

domenica di avvento – anno C

dmc 05.12.2021

Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)
Alleluia.

Vangelo
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca Lc 3,1-6

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Parola del Signore.


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