ringraziare il “dio”
che sei tu stesso:
delirio.
comune.
attuale.
drasticamente umano,
per quell’uomo fariseo
che si vede spettatore
dell’umanità
peccatrice.
lui-io-tu
a spiare il peccato dell’altro
e
condannarlo.
il Dio di Gesù
ascolta con il cuore
il peccato dell’atroce peccatore
e lo guarisce.
peccato e peccatore,
corruzione e pubblicano
sono giustificati.
chi si vede amato dallo sguardo di misericordia
converte se stesso e le sue azioni
all’abbondanza di misericordia.
Gesù non è il giudice,
il critico della vicenda umana:
Gesù batte il petto
del peccatore pubblicano con la sua stessa mano.
e la vita è trasfigurata.
sabato III di quaresima
26.03.2022
dmc
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.