ma vi dirà tutto ciò che avrà udito

Anche lo Spirito continuerà ad ascoltare ciò che il Figlio e il Padre continueranno a dirsi e a darsi: amare. Questa è la gloria, il peso conoscere Dio con la sua gloria che è il Figlio appeso sulla croce, sofferente e morente. Conoscere Dio è andare avanti, è progredire in un cammino di umanizzazione, di liberazione, di redenzione fino a “tutto è compiuto!” (Gv 19,30). Anche lo Spirito eterno apprende camminando con il creato come il Padre e il Figlio si amano per amare il tutto. Noi e l’universo.

E qui si apre il cammino di eterno amare, lui Il Figlio dalla croce, nella sua morte soffia lo Spirito creatore datore di vita e di amore “e, chinato il capo, spirò” (Gv 19,30). Lo Spirito impara a soffiare dalla croce. Per generare vita nuova. Inaudito.

Non avrebbe nessun senso indagare teologicamente sul mistero, incomprensibile alla razionalità umana, della Trinità, se prima non si accoglie l’irrazionalità umana dell’amare, che sradica nel profondo ogni istanza di superiorità culturale, di saccente verità, di causa di esclusione invece che di creatività dell’inclusione.

Per questo per il momento non siete capaci di portarne il peso. La scoperta di Dio in noi è questione di vita o di morte, un peso che nessuno uomo può sopportare: vedere Dio per morire?! Mosè stesso chiese: «Mostrami la tua Gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo» (Es 33,18-20).

Questione seria: conoscere Dio non si tratta di competenze “magiche” che preservino dalla morte e assicurino una vita privilegiata.

Questione seria: conoscere Dio si tratta non di verità filosoficamente assolute, magari anche “mascherate con i merletti della nonna” (p. Francesco), ma di svelamento dell’immagine di Dio in noi. Dio si è consultato ed ha deciso, per sempre, di fare l’umano a sua immagine somigliante (cfr Gn1). Fatti per essere specchio trasparente di Dio! La croce ne è l’evento storico.

Il cammino di accoglienza di questo mistero di Dio, del Dio di Gesù, quello che Gesù ci ha donato, ci ha mostrato, il volto umano della misericordia divina, progredisce, di grazia in grazia, per svelamento di gesti di amore. Questa è la gloria fino alla fine.

Già a Mosè Dio, come risposta alla sua esistenziale domanda di conoscenza, indicava la fatica di dover e saper leggere nei segni di tempi e dei gesti il passaggio della presenza. «Quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere» (Es 33,22-23). Nel cammino del vivere si svela il camminare di Dio accanto all’uomo, al suo operare.

Evangelizzazione dell’amare. Dirà lo Spirito questo, lui stesso cammina e camminando svelerà che la strada, il divenire, diviene la dimensione del discepolo fedele.

La gloria, l’amore pesante che imbarazza l’egoista, sia esso clerico o laico, ateo o credente, dimora in territori sempre inesplorati di irrazionale redenzione. Dio dimora dove noi non vorremmo. Dio dimora nell’inesplorato territorio della fantasia dell’amare oltre ogni legge, regola, norma.

Il discepolo segue questa strada. Esploratore non convenzionale trova nelle caverne (grotta di Lourdes?!) il senso del divino nella miseria. La Trinità svestita dai dogmatismi si veste di amore. Dirà l’amare.

domenica – anno c

santissima trinità

dmc 12.06.2022

Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,

a Dio, che è, ch eera e che viene. (Cf. Ap 1,8)

Alleluia.

Vangelo

Tutto quello che il Padre possiede, è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Dal vangelo secondo Giovanni

Gv 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà»

Parola del Signore.


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