Marta è la donna che naturalmente è ospitalità. Perché donna, perché grembo, perché competenza, perché storia di cura per la civiltà. Maria sorella più giovane è la profezia, che si invera solo nell’ascolto. La donna e la più giovane indica il cammino sempre aperto verso la pienezza di vita: seduta ai piedi del Signore (affettività e intimità e fedeltà) si completa nell’ascolto della sua parola (credito all’altro).
Marta seppur grande nell’accogliere, riduce l’incontro ad un servizio sterile ed isolato. Non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Ponendo un’esistenziale domanda sulla mancanza di condivisione, mossa forse da un velato egoismo, ammala la sua prodigalità.
Come il figlio maggiore del padre misericordioso, così Marta riduce ad una diakonia del fare il servizio dello stare prossimo. Marta conosce il Signore, lo chiama per nome, Marta sta celebrando un rito al tempio tutta presa dalla regia: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, sta perdendo la presenza del Signore. Il rito predomina la comunità.
Quanta pastorale, seppur competente, perde la fondamentale ed “unica” certezza della fede pasquale: la presenza del Risorto. Quanto conosciamo di Dio, quanto lo abbiamo sulla bocca, ma quanta paura a dire con la prossimità ai piedi, fuori dal tempio, l’affetto e l’effetto della sua presenza nel mondo. “Un cristianesimo senza Pasqua” (p. Francesco) affannato ed agitato perché lasciato/rimasto solo a leggere i dei segni dei tempi in atteggiamento apologetico: Marta fattasi sopra. Il mondo cambiato fa paura; nessuno ci aiuta?!
Il mondo affannato e agitato fa paura. Una Chiesa agitata e turbata ha paura di se stessa e chiede aiuto a chi? Già si domandava il card. Martini: come mai la Chiesa non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio? Ecco Marta incarna la paura della Chiesa di non farcela stare dentro la storia.
E cosa fa la Chiesa? Chiede aiuto al mondo della politica e dell’economia per superare gli affanni; mentre Maria, l’icona dell’ascolto mosso unicamente dall’affetto d’amore, ascoltando la parola sa scegliersi la parte migliore dell’oggi.
La cura dell’accoglienza con il profumo di casa passa dal primigenio ascolto: ascolta Israele. Maria la piccola di casa ha ascoltato: con il cuore, con i capelli, con le mani, con lacrime, con il profumo. Senza affanni e turbamenti la Chiesa può ancora una volta scegliere la conversione antropologica. Ascoltando Dio ascolterà l’uomo.
Lì la presenza si fa carne, lì abita Cristo. Marta ci ha aiutato a comprenderlo mentre serviva. Maria ci aiuta, oggi, a sentire ancora la sua voce di misericordia e di consolazione e di vocazione profetica: Marta Marta, Mosè Mosè, Samuele Samuele…
Chiamati per fermarsi a contemplare le grandi opere che il Signore ha scelto per noi.
Buona domenica.
XVI domenica del tempo ordinario
dmc 17.07.2022
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono,
e producono frutto con perseveranza. (Cf. Lc 8,15)
Alleluia.
Vangelo
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.