in Dio mio salvatore

Dimorare nella salvezza. Dimorare in Dio creatore e Dio si crea in te. L’inaudito si è udito in Maria.

Lei, Mariam la bella, umile vera e concreta, seppe ascoltare una voce nuova. Seppe lasciarsi guardare da una voce nuova. Una voce nuova di un saluto nuovo, di una parola nuova. Da umile, senza riserve di tradizione, di abitudine, di privilegio comprese l’inaudito: rallegrati, sarai madre di Dio (cfr Lc 1,28-31).

La prova per lei, ragazza illetterata ma profondamente ancorata al senso pratico della vita (incarnazione!), è la gravidanza della parente anziana. Corre in fretta per toccare con mano il vangelo, la buona notizia. Dio sta dalla parte di chi non può, di chi non ce la fa, di chi è scartato, di chi non gongola dentro a clan di potere, di chi non vanta meriti, di chi non ha esperienza per poter dire “si è sempre fatto così”, di chi sterile concepisce. Pienezza di grazia.

Anche la parente anziana, Elisabetta si vede travolta da una sovrabbondante grazia, gratuita. Anche Elisabetta comprende che il Signore, Dio di Israele, Dio Sabaoth Dio degli eserciti, la lotta la fa per distruggere l’ingiustizia, non per uccidere il nemico (l’immigrato, il russo, l’afgano, l’ucraino, il kosovaro, il siriano, il taiwanese, l’ebreo, il povero, l’omosessuale, la donna fragile, il nero, l’ispanico, in una parola il diverso da me). Dio spiega la potenza del suo braccio, preferisco snuda il suo braccio, per sovvertire il mondo asfittico dei regni umani.

Un bambino, un feto nel grembo danza per annunciare questa gioia. L’umanità è unica famiglia generata dall’unico Dio Padre. Da uomo posso solo neanche lontanamente intuire cosa provarono Elisabetta e Maria, i loro grembi i loro uteri divennero esperienza di gioia per l’umanità. Solo per grazia, solo per dono, solo perché seppero ascoltare l’inaudito!

Ed io e tu, Amico ed Amica, cercatori di Dio, affannati ed affannanti per le innumerevoli crisi globali, perché tardiamo ad incarnare la gioia? Quella gioia vera che è unicamente composta dal vivere pienamente dentro le relazioni. Perché tardiamo? La relativizzazione, la razionalizzazione forse ci inchiodano a strutture di consuetudine. Forse non ascoltiamo la voce della gioia? Forse ancora e sempre non crediamo al vangelo (cfr Mc 1,15), ma lo releghiamo tra le cose spirituali che fanno solo riflettere ma nulla di più.

Maria si alzò e andò in fretta: come se non gli importasse di abbandonare qualcosa e qualcuno, come se non avesse riguardo per le cose consolidate, come se l’incontro con “l’Incontrato” fosse l’unico senso della vita. Ha creduto il vangelo.

Fu così per lei, l’Incontrato, cioè il Dio che ti accade inaspettatamente, mentre tu vivi le tue fragilità, miserie, limitazioni, esclusioni, valse il tutto della sua vita e fu madre. Generò vita!

Madre del Signore, madre di una dimora di salvezza. Vendette il tutto di se stessa, come il mercante di perle, per acquistare il non-negoziabile (Dio non si compra, Dio non si vende al mercato delle verità): accettò la gratuità della maternità per fiducia. E la fiducia le consentì di realizzare la rivoluzione incarnata-iniziata nel suo grembo di ascolto.

Il Figlio dell’Altissimo, già nel grembo della madre del mio Signore, grembo di ascolto fedele, instaurò il nuovo regno d’Israele. In Maria, dentro Maria germinò la rivolta dei miseri. Attraverso lei, il Signore degli eserciti:

ha disperso i superbi; ha rovesciato i potenti; ha rimandato i ricchi.

L’umiltà di Maria ha incoraggiato gli altri umili della terra ad ascoltare la Parola che salva, di generazione in generazione. Avere fede in quella Parola che dice “non temere” (Lc 1,30) solleva, risolleva e genera la potenza di Dio: è incarnato l’Amore. Potenza degli umili. Grandi cose. Dimorare in Dio mio salvatore.

assunzione della beata vergine maria
messa del giorno – solennità
15.08.2022
dmc

Acclamazione al vangelo

Alleluia, alleluia

Maria è assunta in cielo;

esultano le schiere degli angeli.

Alleluia

Vangelo

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal vangelo secondo Luca Lc 1,39-56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.


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