Il Samaritano, lo straniero, stigma di ogni xenofobia, torna indietro: non gli è bastata la guarigione, vuole conoscere la salvezza, vuole toccare la salvezza, vuole vedere la fonte generosa della salvezza, vuole ri-vedere, vuole ri-ascoltare, Gesù. Torna indietro. Non al passato ma all’origine della propria vita rinnovata.
La sanità, per lui, ha lasciato traccia profonda della salvezza operata da Gesù. Non basta la salute, no! Non basta la salute nella vita, nel quotidiano delle Galilee delle relazioni e nelle Samarie delle incongruenze fallimentari (la Samaria non si fidò dei profeti, non ascoltò Dio che parlava a loro negli eventi della storia e fallì), è necessario il cuore grazioso. Che pulsa gratitudine.
È “utile” il cuore riconoscente. È lo sguardo sempre nuovo che ogni domenica rinnoviamo celebrando l’eucarestia. Vediamo con gli occhi del cuore le meraviglie che Dio opera nella nostra infedele vita. Si dona a noi non degni (Signore non sono degno ma di’ soltanto una parola), si dona a noi non preparati, si dona a noi non sani (lebbrosi) per farci gustare la misericordia.
La gloria a Dio è operata nella gratitudine per un dono inaudito e donato anche ad un infedele Samaritano, lebbroso. La lebbra era la morte anticipata nella terra, era la “evidente” rappresentazione del peccato grave commesso (anche dai padri) e che nessuno poteva mascherare, nascondere, dissimulare.
Così dieci lebbrosi vennero incontro, scelsero il coraggio di urlare il proprio dissenso all’esclusione dal mondo scelta da altri per pubblica igiene. Contaminati contaminanti vogliono gridare a Dio incarnato, lo chiamano con il nome proprio Gesù che sappiamo significare Dio salva, il desiderio di porre fine alla loro disumana condizione, riconoscendosi in un noi-chiesa bisognosa di purificazione.
Gesù maestro abbi pietà di noi! La risposta immediata, donata dall’unico mediatore, è di andare per scoprire la fede. Camminando verso i sacerdoti, cammineranno verso la fede, percorso verso Gerusalemme, verso la croce. La fede chiede il sacrificio dell’andare.
Vanno i dieci e sono sanati mentre vanno, forse comprendono che la fede nasce dall’ascolto (s. Paolo ai Romani) dell’unica parola che sovverte ogni regola precostituita, dall’unica parola che scardina ogni fissità. È il sacrificio più grande: cambiare mentalità per muoversi dentro gli spazi di Dio! Accettare che una parola possa dire il nuovo su tutto quello che io sono, un morto camminante e divenire uomo vivente. Capace di amore riconoscente.
Eppure non è così automatico, e gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio,Gesù stesso perplesso e stupito si domanda e domanda come sia possibile che su dieci solo uno sia tornato e per giunta straniero.
Ma il maestro Gesù, di fronte a questo apparente fallimento ed ingrato insuccesso, insegna ancora una volta ostinatamente che, anche con uno solo e per giunta straniero, la fede può correre per le strade del mondo àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!
Uno solo fa la differenza. Uno solo, nella verità della gratitudine e nella capacità di ritornare, cioè nella capacità di rileggere la propria vita, le proprie fragilità, i propri scheletri nell’armadio, basta ad annunciare la salvezza operata da Gesù.
Uno solo, lebbroso, Samaritano, straniero basta a Dio per dirmi: ascoltami e credimi, sarai salvo.
“Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l’uso della contemplazione… civiltà del frastuono. Tempo senza preghiera. Senza silenzio e quindi senza ascolto. E il diluvio delle nostre parole soffoca l’appassionato suono della sua Parola.” (p. Turoldo)
XXVIII domenica del tempo ordinario
09.10.2022
Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. (1Ts 5,18)
Alleluia.
Vangelo
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore.