A noi che stiamo ascoltando Lui, Gesù. Sta dicendo la sua visione del mondo: amare i nemici. Ma quando mai!
Meglio ascoltare altri profeti: guerre, crisi, fine vita, investimenti e disinvestimenti a discapito della dignità dei lavoratori…
Ma Gesù non molla, insiste nel proporre alternative alla nostra libertà. Per tre volte ci ripete “se”: se amate quelli che, se fate del bene a quelli che, se prestate a quelli che … quale gratitudine. Come a dire quale grazia se ne riceve? Quale senso dell’amare si può comprendere se risultasse essere un affare per cui guadagnarci?
“Non c’è richiamo più grande all’amore che precedere amando”, scriveva s. Agostino.
Fare per avere: questo lo vuole il mondo, questo lo vuole la mondanità del secolo. Questo lo vogliamo noi, ogni qualvolta ascoltiamo parole vuote di senso ma piene di egoistico interesse.
E Gesù insiste: diventate misericordia. Un cammino di scelta per rendere con l’azione leggero il cuore dell’altro, levargli il peso della vita grama. È questa la misericordia del Padre offrirci la possibilità di accogliere il suo supporto per renderci la vita più leggera. Leggerezza dell’anima viceversa.
Misericordear dice papa Francesco, “come azione vitale: la misericordia non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia”: è “l’aria da respirare””. Leggerezza dell’aria per lasciare respirare aneliti di speranze.
Dagli abusi di ingiustizia alla concretezza della solidarietà. Essere misericordia in divenire. Quanta fatica hanno fatto, comunque, i discepoli che ascoltavano dalla viva voce di Cristo Signore questa proposta di senso; quanta ne potremmo fare noi. Ma non come sforzo titanico, ma come itinerario di umanizzazione. Convertire il cuore al mistero della diversità dell’altro. Divenire discepoli. Per perdonare.
Ignazio di Antiochia, ormai vecchio solo quando sta per avviarsi al martirio scriverà ai cristiani di Roma: “Ora incomincio ad essere discepolo” (citato da A. Savone). Per perdonare.
Correndo il rischio di abbondonare la speranza di poterlo e doverlo fare: perché “tanto l’uomo è cattivo”.
Abbandonando la speranza. Abbandonando la speranza di accettare la conversione alla novità di Dio: il perdono misericordioso.
Non cercando di applicare, ognuno per se stesso, questo itinerario di umanizzazione misericordiosa, risulterebbe evidente la perdita di ogni speranza. Correndo il rischio, quindi, di assecondare le aspettative e le assuefazioni mediocri di una religiosità e società borghese, stabilizzando, se non addirittura cristallizzando, istituzionalizzazioni che hanno sempre più dell’idolo, piuttosto che dell’eterno. Stando dentro a delle città stabili nell’odio… Abbandonando la speranza…
Quella per cui possiamo lottare: «questa speranza fa della comunità cristiana un elemento di perenne disturbo nelle comunità umane che vogliono diventare una “città stabile”. Essa fa della comunità la fonte di impulsi sempre rinnovati tendenti a realizzare il diritto, la libertà e l’umanità quaggiù, alla luce del futuro che è stato annunciato e che deve venire», il teologo Moltmann mi pare chiaro al riguardo.
Perdonare allora prende davvero un significato nuovo ed eterno: è sollevare, è alleggerire, è tagliare il secco della vita (da notare infatti che Lc usa lo stesso verbo di Giovanni per “potare il tralcio”) perché l’altro, perdonato, renda graziosa la mia vita. Pronta a germogliare per primavere di pasque.
Buona domenica.
VII domenica del tempo ordinario
dmc 20.02.2022
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi,
così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Vangelo
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non richiederle indietro.
E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso .
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Parola del Signore.