In chi credono
i capi o i devoti?
In una Legge
che maledice?
In una scrittura
che solo condanna?
La gente,
l’umanità disprezzata
e maledetta dai capi!
La gente
crede nell’uomo.
Crede nel Figlio dell’uomo.
Bastano i segni,
basta l’ascolto dei segni,
e vede il profeta
incarnato nella carne.
Nicodemo
cerca ed è deriso,
indaga ed è accusato,
vede ed è oscurato.
Lui vittoria del popolo
(così significa il suo nome),
vince con i semplici,
non legge la scrittura
con il pregiudizio tradizionale,
lui vuole ascoltare l’individuo,
lui cerca l’uomo,
anche di notte,
ne ascolta le ragioni.
Nicodemo
“diventa” Galileo,
abiterà la terra
dove abitano le genti,
incontrerà le ragioni della vita.
È
un capo
che sta con Dio,
sta con la gente.
Benedetto
chi avrà incontrato
l’uomo nelle tenebre
della luce.
sabato IV di quaresima
02.04.2022
dmc
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 7,40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
Parola del Signore.